lenticchie-di-ustica-e-villalba


Le Lenticchie di Ustica e Villalba si consumano per tradizione durante l’ultimo dell’anno. Molto gustose sono quelle con aggiunta di zampone e cotechino. Naturalmente si tratta delle lenticchie, semi di una pianta appartenente alle leguminose. Le lenticchie di cui parliamo in questa recensione sono molto particolari e pregiate: provengono, infatti, da due fertili e produttivi territori siciliani: Ustica e Villalba.
Il gusto e il pregio di queste lenticchie è tale che vengono spesso tra loro associate. In realtà si possono mangiare separatamente e la fama di cui godono è quindi anche singola. Tutti possono assaggiare alternativamente le lenticchie di Ustica e le lenticchie di Villalba. Per capire le proprietà di queste pregiate lenticchie siciliane bisogna conoscerne la storia. Le lenticchie di Ustica vengono coltivate nell’isola appartenente alla provincia di Palermo.
Tristemente nota per la strage aerea irrisolta degli anni ’80, Ustica è una terra fertile e produttiva. Alimento tipico dei poveri, le lenticchie di Ustica si coltivavano già nel XIX secolo, la loro coltivazione era essenzialmente manuale e prevedeva operazioni quali la spagliatura, che consisteva nello schiacciare le piantine con pietra e nel metterle nella paglia per far sì che il vento le separasse dai semi ( le lenticchie).
Le lenticchie di Ustica sono considerate le lenticchie più piccole d’Italia. Si presentano marroni con piccole sfumature verdi. Di varietà più grossa e totalmente verdi sono, invece, le lenticchie di Villalba, varietà a seme grande ( macrosperma) coltivate nel territorio dei comuni di Villalba, Mussomeli, Marianopoli, Vallelunga e Cammarata, in provincia di Caltanissetta. La coltivazione delle lenticchie di Villalba divenne intensiva tra gli anni ‘30 e gli anni ‘60, poi, con l’aumento dei costi di produzione e con la concorrenza delle lenticchie straniere, venne parzialmente abbandonata fino agli anni ’90, quando è ripresa grazie all’interessamento del CNR di Bari.
Il clima temperato e il terreno lavico donano alle lenticchie siciliane un gusto e un sapore particolari, ma anche ottime proprietà organolettiche. Le lenticchie di Ustica e Villalba hanno, infatti, un elevato contenuto di ferro e proteine e un basso contenuto di fosforo e potassio. La raccolta delle lenticchie avviene nel mese di giugno. Dopo l’essiccazione, questi legumi si possono reperire tutto l’anno. Le lenticchie di Ustica sono più veloci da cucinare perché più piccole, mentre quelle di Villalba richiedono più minuti di cottura ( circa 58) per via della grossezza dei semi.
Questi legumi servono per preparare gustose zuppe condite con verdure e finocchietto selvatico, ma anche una minestra arricchita da zampone e cotechino, tipico piatto consumato tradizionalmente la notte di San Silvestro. L’uso delle lenticchie durante l’ultimo dell’anno prende spunto dal significato che questi legumi avevano nell’antichità: erano infatti visti come simbolo di fortuna, di nuovi guadagni e di prosperità.
“Doni” che tutti si augurano proprio di poter ricevere con l’arrivo dell’anno nuovo. Il nome latino della lenticchia è Lens culinaris, dal nome ‘lens’ che significa ‘lente’, per via della forma a lente dei semi, che ricordano però anche quella di piccole monete, forma da cui deriva l’associazione delle lenticchie con il denaro.

Mappa di Villalba


Visualizzazione ingrandita della mappa